Spartirsi la torta o fare una torta più grande?

Jack Donaghy ha chiare le proprie priorità. (Dalla comedy 30 Rock.)

Jack Donaghy ha chiare le proprie priorità. (Dalla comedy 30 Rock.)

Quando cinque anni fa è nata BAO, ci fu detto che, per quanto incisiva potesse essere la nostra azione per portare fumetti nelle librerie generaliste, la ripartizione delle nostre vendite sarebbe sempre stata più o meno 80% in fumetteria e 20% nelle normali librerie.
Cinque anni dopo, il nostro modello di business è decisamente diverso. Ho recentemente fornito a Matteo Stefanelli alcuni dati freschi per il Convegno di BilBOlbul, e ora che è passato mi pare interessante condividerli con voi:
Le fumetterie pesano per il 24,56% del nostro fatturato.
Le librerie di catena per il 26,79%.
Le librerie indipendenti per l’11,14%
Le librerie online per il 18,56%.
Questo porta il totale delle librerie generaliste a rappresentare il 56,49% del nostro fatturato.
La Grande Distribuzione Organizzata vale l’1,25%.
Il nostro Shop online il 6,15%.
Le vendite delle fiere il 9,22%.
La vendita di e-book vale il 2,33%.

La percentuale molto esigua della GDO è dovuta al fatto che il nostro pubblico non è quello tipico di supermercati e autogrill (anche se stiamo sperimentando la distribuzione negli aeroporti, da quest’anno) e al fatto che noi non insistiamo più di tanto, sapendo che il rischio di alte percentuali di reso è maggiore che in altri canali di vendita.
Il risultato dello shop è molto lusinghiero e quello delle fiere ancora di più, se si calcola che non ne facciamo tante e che, dopo Lucca, quella che ci fa vendere di più in assoluto è ormai il Salone del Libro di Torino, seguito da Napoli Comicon e Più Libri Più Liberi a Roma.
Le ragioni di questi numeri sono da ricercare in più direzioni, in parte legate anche a una maggiore sensibilità del pubblico nei confronti del linguaggio-Fumetto, ma generalizzando (senza però banalizzare) io credo che polarizzare il prodotto verso una maggiore dignità libraria (tematica, produttiva, di trasmissione del messaggio delle opere) abbia realmente influito sulla volontà del pubblico di dare una possibilità al Fumetto, cosa che in Italia pochi lettori avevano fatto negli ultimi anni.
Oltretutto si fa un gran parlare della costante perdita di “lettori forti”, ovvero le persone che leggono almeno un libro all’anno, ma in realtà il Fumetto ne sta guadagnando, perché ci sono sempre più persone disposte a considerare un’opera narrata per immagini come parte regolare della propria dieta di letture, come percentuale significativa nella propria assunzione dell’offerta culturale contemporanea. Beninteso, è un processo lungo, di cui beneficerà chi sarà in grado di sopravvivere alla lentezza della ripresa economica del nostro Paese. Si parla di anni, ma la situazione pare migliorare, per chi sa intercettare i desideri e i gusti del pubblico.
È una sfida, ed è un processo in costante evoluzione, che non si può apprendere, applicare e poi accantonare. È editoria di ricerca, fortemente progettuale. Comporta rischi e sicure sconfitte anche quando porta risultati. Come la vita, in fondo. Ma ne vale la pena, perché può portare a risultati inattesi e all’affermazione (finalmente) di un modo diverso di raccontare, di fare cultura.

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BAO, per molti, ma non per tutti

Quello con il cappello siamo noi. :)

Quello con il cappello siamo noi. 🙂

Novembre è un mese strano. Una stagione si chiude, quella delle uscite dell’anno (visto che dal 5 dicembre nelle librerie generaliste non può uscire più nulla fino all’anno nuovo), e una si apre (quella della produzione dell’anno prossimo, che si preannuncia molto intenso).
Noi qui in BAO abbiamo fatto i compiti: in settembre abbiamo licenziato un piano editoriale di ottanta uscite equilibrato sotto ogni punto di vista: è coerente con la nostra identità editoriale, contiene una generosa percentuale di titoli originali italiani, ha abbastanza prodotto seriale da invitare i lettori a tornare regolarmente a comprare ciò che pubblichiamo e un tale parterre di autori famosi da renderci una realtà imprescindibile per chi ama il Fumetto.
A ottobre abbiamo lanciato il libro a fumetti più venduto degli ultimi cinque anni (o almeno, lo sarà non appena ne arriverà la ristampa, visti gli ordini già arrivati dopo l’annuncio di esaurimento tiratura), ottenendo una copertura mediatica abbastanza senza precedenti per un prodotto editoriale non in prosa.
La settimana scorsa a Lucca abbiamo venduto settemila volumi, portando alcuni degli ospiti più prestigiosi della manifestazione e incontrando, nei modi più svariati, più lettori di quanti ne avessimo visti dal vivo in tutto l’anno.
Tra meno di un mese avremo la seconda BAO Boutique, per contaminare lo shopping natalizio di Milano quanto più possibile con buoni fumetti.

Insomma, non siamo rimasti con le mani in mano, quest’anno. E si vede. La nostra crescita rispetto all’anno scorso si aggira intorno al 30%, tanto di fatturato quanto per il numero di copie vendute.
E ora le nocche che bussano mi stanno consumando la porta d’ingresso. Sono autori, che hanno avuto l’idea che non sarebbe male lavorare con BAO.
La cosa ci lusinga infinitamente, soprattutto perché non si tratta soltanto di aspiranti dalle belle speranze, ma spesso di nomi affermati, che ammiriamo, con i quali qualche anno fa avremmo fatto carte false per lavorare.
Ora? Ora è diverso. Ora noi siamo diversi.
BAO ha un progetto, un’identità ben precisi, che non possono accogliere proprio tutti. Ci rendiamo conto di essere un animale strano, fatto essenzialmente della somma dei gusti e delle intuizioni di due persone e della passione e del know-how collettivo di una decina di super-professionisti determinati a esplorare il potenziale sociale latente del Fumetto. Non è facile spiegare come facciamo ciò che facciamo. È un po’ come invitare il Punitore a far parte dei Vendicatori. Il suo perché ce l’ha, ma i suoi metodi sono decisamente unici e poco ortodossi.*

Quindi questo post è il sottoscritto che apre le porte di Via Leopardi e allarga le braccia per accogliere gli autori che hanno qualcosa da proporci: siete i benvenuti, ma il motivo per cui il vostro libro funzionerà ve lo dovete portare da casa. Noi non abbiamo alcuna formula magica, e non sappiamo vendere nulla che non amiamo. Gli antichi fandom sono morti, di noia, nei forum semi deserti. Siete tutti uguali, ora, non esiste più alcuna noblesse. I marchi con più blasone sono quelli che hanno preso le più sonore batoste dal mercato, quest’anno, per i motivi più diversi. Ora esiste solo il potenziale, e noi siamo bravi a valorizzarlo. Venite a raccontarci come volete esprimerlo e noi vi ascolteremo, ma se tutto ciò che vi attira in BAO è ciò che abbiamo già fatto, è possibile che non abbiamo niente da offrirvi.
Mi sento sempre in imbarazzo, quando un autore che ammiro ci propone qualcosa che non sentiamo di poter pubblicare con reciproca soddisfazione, ma noi non ci possiamo accontentare. Vale anche per i lettori, che ormai l’hanno capito, e deve valere anche per voi autori. Se siete pronti al prossimo balzo quantico, noi siamo qui.
I prossimi anni saranno difficili ed esaltanti, e sarebbe bello che li riempissimo di bellissimi libri, insieme.

*A dire il vero i nostri metodi non somigliano per niente a quelli del Punitore, anche se di certo qualcuno mi taccerà di demagogia, come al solito. Si prova una gran soddisfazione, ho scoperto, a salire sul palco dei Gran Guinigi sapendo di aver valorizzato le opere, rispettato gli autori, pagato tutti i collaboratori e portato i libri sotto tutti i nasi possibili. Davvero, dovreste provare.